Dunque, se parliamo della nuova legge e di possibili aumenti delle tasse, partiamo dal presupposto che la riforma colpirà sotto diversi aspetti. Tra cui il mancato rispetto delle regole catastali, l’integrazione fra catasto e uffici comunali e la revisione di rendite e valori catastali. Questi i punti fondamentali della nuova legge.
Gli Immobili abusivi o non censiti saranno maggiormente colpiti dalla nuova legge
Il governo dovrà fornire all’Agenzia delle Entrate i mezzi per censire i seguenti immobili:
- Immobili attualmente non censiti o censiti diversamente;
- Terreni edificabili accatastati come agricoli;
- Immobili abusivi
Di conseguenza si tratta di illegalità che saranno sottoposte alla legge.
Infatti esistono almeno 1,2 milioni di unità immobiliari urbane non censite (dato riportato del dossier del parlamento) che determinano un mancato introito fiscale dello stato.
Integrazione per legge tra catasto e uffici comunali
Perciò il governo dovrà far si che catasto e uffici comunali siano integrati. Ciò porterà ad una condivisione di dati tra gli enti per individuare chi sta infrangendo le regole. Non secondariamente anche ad una integrazione che consenta di snellirne la burocrazia.
Aggiornamento del valore patrimoniale e della rendita catastale
Di conseguenza verranno adeguati i valori e le rendite catastali al mercato attuale. I valori riportati in catasto sono spesso molto più bassi del mercato reale. Saranno previsti degli aggiornamenti regolari di tali valori, in modo da renderli sempre al passo con il mercato.
Sono previste anche adeguate riduzioni del valore per edifici storico-artistici con particolari oneri di manutenzione e ristrutturazione.
Gettito fiscale invariato
Inoltre, non sono previsti aumenti di tassazione. E’ specificato che rendite e valori aggiornati non dovranno essere utilizzati in nessun modo ai fini fiscali.
Nell’ultimo tentativo di riforma catastale era invece previsto che i nuovi valori venissero utilizzati, ma con un abbassamento delle aliquote in modo da non aumentare l’imposizione fiscale. Ad esempio: se la rendita catastale raddoppia, l’imposta di registro e l’IMU dimezzano. In questo caso ci sarebbe una corretta redistribuzione tra chi deve pagare un ammontare più alto in base ai propri redditi.
Gli ultimi due punti della riforma sono presi proprio dal tentativo del 2014:
- metro quadrato come unità di consistenza (anziché il vano catastale)
- Calcolo del valore di mercato in base anche alla posizione e alle caratteristiche costruttive
Riforma Catastale: Cosa succederà adesso?
Anche nel 2014 era stato delegato il governo per riformare la situazione catastale, già allora considerata antiquata e non in linea con il mercato immobiliare dell’epoca. La riforma ha previsto solo una rivalutazione del 5% delle rendite catastali, in attesa dell’entrata in vigore delle nuove tariffa d’estimo.
Nel 2005, grazie ad una legge che lo consentiva, alcuni comuni hanno richiesto all’agenzia delle entrate un nuovo classamento degli immobili sul proprio territorio. Il risultato è stato di più di 300.000 immobili revisionati e un aumento di rendita catastale complessivo pari a 183 mln di euro, questo per i proprietari significò un aumento delle tasse sui propri immobili.
La paura, per chi è contro questa riforma, è che accada la stessa cosa: un aumento della tassazione sui cittadini, ma su scala molto più ampia rispetto a quanto accaduto nel 2005.
In ogni caso, ancora non è detta l’ultima parola. Il governo deve emanare decreti legge per attuare queste riforme e deve averne il tempo. In Italia nessun governo è durato una intera legislatura e le elezioni del 2023 potrebbero completamente rimescolare le carte della riforma del catasto.