Vendere o comprare casa in Italia è molto più complesso rispetto ad altri paesi europei, a causa della burocrazia e soprattutto dell’abusivismo, per questo esiste il concetto di conformità urbanistica. Cos’è la conformità urbanistica?
Il manifesto dell’abusivismo edilizio sono i famosi ecomostri, ma in realtà anche fare una semplice veranda senza richiedere il permesso è contro le regole e viola la conformità urbanistica. Su 10 compravendite, statisticamente almeno 7 hanno compiuto una irregolarità edilizia (in molti casi piccola e risolvibile).
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Certificato di Conformità urbanistica
Cos’è la conformità urbanistica? Consente di verificare se l’immobile presenta una difformità o un abuso edilizio. Si tratta di quel documento che attesta la corrispondenza tra lo stato di fatto dell’immobile e il titolo edilizio con cui è stato realizzato. Grazie ad esso sarà possibile stabilire se l’immobile è in regola oppure no e, in quest’ultimo caso, l’entità dell’abuso.
Esempio: Abito in un condominio di 12 appartamenti. All’interno di uno degli appartamenti è stato realizzato un abuso edilizio, che però non coinvolge le parti comuni dell’edificio. È possibile accedere, per esempio, al Superbonus 110% per il rifacimento del cappotto termico dell’intero condominio?
Il comma 13 ter dell’articolo 119 del Decreto Rilancio prevede che nel caso di interventi sulle parti comuni che beneficiano del Superbonus, lo stato legittimo dell’immobile deve essere asseverato con riferimento alle parti comuni dell’edificio interessato dagli interventi e non con riguardo alle singole unità immobiliari.
Oppure: Sono proprietario di un immobile realizzato quando non era obbligatorio acquisire il titolo abilitativo edilizio. Come faccio a certificarne lo stato legittimo stando in regola con la conformità urbanistica?
Il Decreto Semplificazioni ha modificato l’art. 9 bis del D.P.R. 380/2001, stabilendo che per gli immobili realizzati in un’epoca nella quale non era obbligatorio acquisire il titolo abilitativo edilizio, lo stato legittimo è quello desumibile dalle informazioni catastali di primo impianto ovvero da altri documenti probanti, quali le riprese fotografiche, gli estratti cartografici, i documenti d’archivio, o altro atto, pubblico o privato, di cui sia dimostrata la provenienza. Assieme a ciò il titolo abilitativo che ha disciplinato l’ultimo intervento edilizio sull’immobile o sull’unità immobiliare, integrato con gli eventuali titoli successivi che hanno abilitato interventi parziali.